note biografiche
Giuseppe Pirozzi nasce a Casalnuovo di Napoli nel 1934. La sua futura attività artistica è annunciata precocemente da una spiccata sensibilità estetica che si esprime nell’osservazione e nella spontanea restituzione grafica e scultoria degli aspetti più intimi del proprio ambiente familiare. Dopo gli studi al Liceo Artistico di Napoli, dove ha come maestro e mentore lo scultore Antonio Venditti, frequenta, all’Accademia di Belle Arti di Napoli (1954-58), il Corso di Scultura recuto da Alessandro Monteleone e poi da Emilio Greco. Ha così modo di acquisire una piena consapevolezza tecnica nell’arte scultoria che gli consente di spaziare tra diverse metodologie e materiali (argilla, gesso, cera). In questi anni affronta anche la realizzazione delle prime sculture in bronzo con fusione a cera persa presso l’antica Fonderia Artistica Di Giacomo, che resta da allora la sua fonderia di riferimento e presso la quale, nel corso della sua carriera – avendo acquisito una piena padronanza delle tecniche di fusione – realizzerà numerose sculture anche di grandi dimensioni. Sono pure fondamentali per la sua formazione culturale le lezioni di Mario Napoli, Costanza Lorenzetti e Ferdinando Bologna. Le sue opere di grafica e scultura, segnate in questi primi anni da una personale impronta figurativa, partecipano, già a partire dal 1954, a rassegne locali e nazionali, conseguendo incoraggianti apprezzamenti – Premio Olivetti (premiato), Premio Gemito (premiato), Premio Spoleto, Premio Ministero Pubblica Istruzione (premiato), Biennale d’Arte Sacra di Milano – e il suo lavoro conquista l’interesse di critici come C. Barbieri, C. Lorenzetti, P. Girace, A. Miele, B. Mottola, P. Ricci, A. Schettini, M. Stefanile, M. Venturoli. Nel 1957, nel corso della mostra riservata degli allievi delle Accademie di Belle Arti alla Promotrice di Belle Arti di Torino riceve un attestato di stima per l’opera Figura seduta dallo scrittore partigiano Beppe Fenoglio.
Subito dopo il diploma all’Accademia principia l’attività didattica. Nel biennio 1958-60 insegna Plastica all’Istituto d’Arte G. Manuppella di Isernia; dal 1960 al 1980 è docente di Figura e Ornato Modellato al Liceo Artistico di Napoli; dal 1964 insegna anche all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove, dal 1981 al 2001, è titolare della cattedra di Plastica Ornamentale.
Tra il 1961 e il 1965, in coerenza con l’imperante tendenza informale, sperimenta nuovi materiali come il cemento, l’amianto e il piombo, e si allontana dalla rappresentazione figurativa per privilegiare l’indagine sulla materia. Realizza alcune grandi plastiche ornamentali per l’architettura civile, religiosa e funeraria. Espone le sue sculture anche ai Premi Marche, Termoli, Spoleto, Avezzano, Piccola Europa di Sassoferrato (premiato), alla Biennale d’Arte Sacra di Milano e a quella del Fiorino di Firenze, al Concorso Internazionale del Bronzetto di Padova, alla Mostra Internazionale di Scultura di Carrara, alla Biennale d’Arte Sacra di Bologna, alla mostra 10 Nuovi Scultori Italiani di Lissone a cura di L. Caramel, alla iX Quadriennale di Roma e tiene inoltre le sue prime personali a Firenze, Macerata, Maratea e Messina. Scrivono di lui anche G. Appella, G. Benignetti, L. Caramel, E. Crispolti, A. Del Guercio, D. Morosini, S. Monowicz, F. Pentini, G. Sciortino, A. Tafiera, L. Vergine.
A partire dalla seconda metà degli anni Sessanta recupera al proprio linguaggio sembianze figurali d’intensa espressività. Inizia il ciclo dei Contenitori, nei quali dalla forma cilindrica, evocativa di lattine e bidoni, si riversa nello spazio una materia informe. Espone disegni e sculture in mostre personali a Bologna, Roma, Cagliari e nelle Antille Olandesi ed è invitato a partecipare a grandi collettive, come 6 Scultori Napoletani (Roma), III e IV Concorso Nazionale di Scultura Francesca da Rimini (premiato), XVI e XIX Premio del Fiorino (premiato), XII Premio Ramazzotti, Premio Lissone, Concorso Internazionale del Bronzetto di Padova, Alternative attuali 3 (L’Aquila) a cura di E. Crispolti, Mostra di Scultura al Museo Pagani di Legnano, Premio Piccola Europa di Sassoferrato (premiato), Biennale della Grafica (Taranto). Si interessano al suo lavoro anche L. Carluccio, E. Cassa Salvi, E. Crispolti, G. Giuffrè, G. Di Genova, V. Guzzi, L. Lambertini, R. Margonari, G. Mascherpa, F. Menna, D. Micacchi, A. Monzambani, M. Prisco, V. Rubiu, M. Valsecchi, L. Vinca Masini, C. Savonuzzi, T. Trini.
Negli anni Settanta la consolidata competenza nella modellazione della cera lo stimola alla creazione di plastiche di piccolo formato e di “sculture da indossare” (gioielli) fuse in oro o argento. Nello stesso periodo inizia a frequentare la Costa d’Amalfi, dove realizza grafiche e sperimenta la ceramica. Le sue sculture sono contrassegnate dal contrasto tra volumi geometrici e materia informe, superfici lucenti e masse opache. Nel ciclo successivo delle Germinazioni, che rimandano a prefigurazioni fitomorfe, la scultura annuncia un nuovo empito naturalistico ed elegiaco. I medesimi temi sono sviluppati anche nella grafica, con disegni a tecnica mista caratterizzati da atmosferiche superfici a spray e graffite, e serie di serigrafie, litografie e incisioni, connotate da composizioni di sistemi geometrici, codici e forme libere. Questi lavori sono esposti in svariate mostre personali a Milano (Galleria delle Ore), Positano, Palo Alto, Los Angeles, Napoli, Brescia, Bruxelles e in un nutrito numero di rassegne in Italia e all’estero, tra cui Firenze (Premio del Fiorino), Bologna (Scultura Italiana Contemporanea), Boston (Naples & its Region), Milano (XI Premio del Disegno e Biennale Nazionale d’Arte), Palermo (II Rassegna Nazionale del Sacro nell’Arte Contemporanea), Marigliano (Napoli Situazione 75), Padova (Biennale Internazionale del Bronzetto). Gli manifestano la propria considerazione anche P. Bargellini, L. Caramel, L. Carluccio, E. Caroli, L. Caruso, E. Crispolti, G. Grassi, M. Prisco, C. Ruju, V. Scheiwiller, F. Vincitorio.
Il decennio 1981-1990 si apre con la personale alla Galleria La Bussola di Torino, presentata da L. Carluccio, alla quale seguono quelle di Napoli, Bari, Salon de Provence e Marsiglia (Francia), Brescia, Rimini e numerose collettive tra cui: Ravenna (Biennale Internazionale del Bronzetto Dantesco), Milano (25 anni dopo), Amalfi (Confronto in Scultura) a cura di M. Bignardi, Roma (La scultura disegnata), Torino (Rassegna di Scultura), Napoli (Plexus 83, Arte oggi in Campania, Napoli Scultura, Biennale del Mare), Capua (Direzione Sud-Est). A partire da opere come Psiche come testimonianza (1983), che richiama il capolavoro classico, comincia a dialogare con le tracce dell’arte e della storia passate. Realizza interventi per l’architettura civile e religiosa (vetrata per la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Cappella Cangiani e bassorilievi per la Chiesa SS. Maria del Buon Consiglio a Posillipo a Napoli) e opere monumentali per l’Hotel Quisisana di Capri, il Comune di Maddaloni (a Franco Imposimato), la Caserma Carabinieri di Casoria (a Carlo Alberto Dalla Chiesa), il Comune di Aiello del Sabato (ai Caduti), la Caserma Carabinieri di Palma di Montechiaro. Della sua attività scrivono tra gli altri M. Bignardi, M. Buonomo, R. Causa, V. Corbi, M. De Micheli, A. Dragone, L.P. Finizio, A. Izzo, M. Maiorino, C. Marabini, M. Penelope, M. Roccasalva, A. Trimarco.
Dal 1990 al 1999 si moltiplicano le opere pubbliche realizzate in quanto vincitore di concorsi nazionali: Comando Generale Guardia di Finanza di Roma, Comando Generale Carabinieri di Perugia, Nuova Casa Circondariale di Lecce, Caserma Carabinieri di Marano, Nuova Casa Circondariale di Rossano Calabro, Capitaneria di Porto di Palinuro. Espone i propri bronzi, connotati da preziose architetture dense di segni, cifre e frammenti figurali, in alcune personali a Bologna, Firenze, Pisa, Brescia, Treviso e Ravello e in svariate collettive, tra le quali Fuori dall’ombra a Napoli (1991), XXIII Premio Sulmona, Arte senza barriere a Torino (1997), Da Marsala a Marsala (1992), Premio Internazionale di Scultura di Pietrasanta (1993), Premio Città di Torre del Greco (premiato) (1999), Dentro le antiche mura a Piombino (1998). Il suo lavoro è commentato tra gli altri da M. Bignardi, E. Caroli, M. Vitiello, A. Tecce, M. Sovente, A. Calabrese, M. Maiorino, S. Zuliani, e nel 1996 è presentato da G. Di Genova nella rassegna critica Progetto arte alla Saletta Rossa della libreria Guida a Napoli.
Nel 2000 è insignito del titolo di Accademico Scultore dell’Accademia Nazionale di San Luca. Nel primo decennio del XXI secolo, in quanto vincitore di concorsi pubblici, realizza ancora interventi monumentali per la nuova Questura di Frosinone, il Centro Addestramento NOCS della Polizia di Stato a Roma, la nuova sede della Polizia Stradale di Policoro e il Comune di Portici. Dal 2000 tiene mostre personali a Milano, Napoli, Bruxelles, Ravello, Matera e Salerno e partecipa a numerosissime rassegne in Italia e all’estero (Tokio, New York, Lisbona, Miami, Hersbruck), tra cui: Napoli 1950-59 a Ferrara, LIV Biennale di Venezia a Pontecagnano Faiano, Biennale Internazionale di Scultura a Racconigi, LIMEN Arte a Vibo Valentia, Premio Vasto, ARTlante Vesuviano a Scafati. La sua attività è commentata anche da C.F. Carli, E. Caroli, C. Cerritelli, G. Di Genova, M. De Stasio, D. Giugliano, D. Guzzi, M. Persico, U. Piscopo, A. Spinosa, V. Trione, L. Vergine. V. Corbi ne cura l’antologica a Castel Nuovo (Napoli) nel 2006 e la rispettiva monografia.
Dagli anni Dieci del secondo millennio privilegia come medium la terracotta, già sperimentata in passato. Realizza tra l’altro una serie di sculture frontali che espone nel 2011 nella monografica Oscilla e altri reperti al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), presentata da G. Appella e accompagnata dalla pubblicazione Giuseppe Pirozzi. Terrecotte 2005-2011. Nel 2012 realizza in terracotta l’opera ambientale Presepe Dono per il progetto di G. Appella Presepi d’Artista, che ne prevede l’esposizione itinerante (Matera, Roma, Aliano, Castronuovo, Faenza, Longiano, Rieti) e la pubblicazione di un volume dedicato. Nel 2015 realizza la scultura commemorativa Resilienza, a Francesca Mansi, che dona al Comune di Atrani. Nel 2013 principia l’opera seriale Preghiere, costituita da cento e più formelle di piccola dimensione in terracotta ingobbiata, la cui creazione, alternandosi a quella di sculture di maggiore impegno e articolazione volumetrica, si estende ai successivi sette anni ed è presentata nelle personali Rudera. Sculture in terracotta 2007-2017, curata da E. Crispolti al Museo Novecento a Napoli nel 2017, e nelle successive alla Fondazione Tito Balestra di Longiano (2017), alla Galleria del Carbone di Ferrara (2018), presso Private Banker Fideuram a Napoli (2019) e al Museo Provinciale Campano di Capua (2023). Nel 2018, 2020 e 2022 partecipa come maestro omaggiato alla biennale di scultura ceramica contemporanea Keramikos, tenutasi a Viterbo, a Napoli (Museo Duca di Martina) e a Sutri (Palazzo Doebbing) e curata da L. Fiorucci (2018, 2020) e da V. Sgarbi e F. Pirozzi (2022); espone inoltre in svariate collettive, tra cui L’acqua meraviglia della terra a Gualdo Tadino (2018), Novecento a Napoli al PAN (2019), Mediterraneo a Grottaglie (2020), 30per10 Arte Ceramica Contemporanea a Padova (2022), E la mia patria è dove l’erba trema alla Galleria Nazionale Arte Moderna di Roma, a cura di G. Appella, La scultura contemporanea all’Università Federico II di Napoli e Mondi in scatola alla Pinacoteca Provinciale di Salerno (2024). Nel 2018 è insignito della cittadinanza onoraria per meriti artistici dal Comune di Atrani. Del suo lavoro scrivono, tra gli altri: F. Abbate, G. Appella, A. Baffoni, G. Cefariello Grosso, F. Cipriano, E. Crispolti, L. Fiorucci, M. Franco, G. Frasca, P. Lettieri, R. Mele, L. Nicoletti, V. Sgarbi, I. Valente.
Attualmente vive e lavora a Napoli.