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La mostra antologica “Giuseppe Pirozzi. L’atelier dello scultore”, ha aperto le porte ai visitatori dal 16 settembre 2024 ed è visitabile fino al 6 gennaio 2025 all’interno del Cellaio, edificio storico situato all’interno del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Napoli.

La mostra, attraverso l’esposizione al pubblico di circa 108 opere – tra cui 68 sculture in bronzo, gesso, terracotta, 19 gioielli in argento fuso a cera persa, realizzate in esemplare unico, 18 disegni, due serigrafie e una litografia –, intende rappresentare i momenti salienti della lunga attività dello scultore.

Il progetto mira a ricreare l’esperienza della visita all’atelier dello scultore, offrendo un dialogo intimo con le opere attraverso un percorso cronologico che copre il periodo dagli anni Cinquanta a oggi.

La visita all’atelier ricreata al Cellaio diventa anche un viaggio nel tempo e nella vita di Pirozzi, dagli esordi degli anni Cinquanta a oggi, che in parte coincide con l’avvicendarsi di tecniche e materiali sperimentati nella sua produzione artistica (cera, argilla, gesso, ferro, bronzo, piombo, amianto, cemento, argento, terracotta). In questo percorso ideale e materiale diventano chiari i vari passaggi e l’evoluzione del linguaggio formale e della ricerca concettuale dell’artista.

Nella mostra, al consistente numero di opere dell’autore provenienti dal suo atelier, si aggiungono sculture prestate da musei prestigiosi come il Museo Novecento Napoli – Castel Sant’Elmo, la Fondazione Donnaregina per le Arti contemporanee – Museo Madre, il Museo artistico-industriale Filippo Palizzi, la GAN – Galleria dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, e da importanti collezioni private.

La figlia dell’artista, Francesca Pirozzi, ha partecipato attivamente al progetto e reso possibile la raccolta di contenuti e fotografie, collaborando a stretto contatto con i curatori del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

L’artista Pirozzi afferma: Questa mostra, in un museo prestigioso a livello internazionale, rappresenta una tappa significativa del mio lungo percorso di artista. Il Cellaio, che la ospita, in quanto integrato perfettamente nel Real Bosco, rispecchia in qualche modo il rapporto stretto con l’elemento naturale che da sempre caratterizza il mio sentire e conseguentemente la mia produzione artistica. Inoltre Capodimonte è per me un luogo del cuore, in quanto vi ho abitato con la mia famiglia, mia moglie insegnava all’Istituto per la Porcellana G. Caselli, qui ho avuto il mio studio, a villa Fagella, già sede di diversi atelier d’artista, e non ultimo, associo Capodimonte all’ex Soprintendente, Raffaello Causa, che, accanto all’arte antica, riconosceva e valorizzava i giovani artisti e nel 1961 mi invitò a partecipare alla mostra “Giovani artisti italiani alla casina Pompeiana”.

Il Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, prof. Eike Schmidt commenta: È un onore inaugurare una mostra dedicata a Giuseppe Pirozzi nell’anno in cui ha compiuto il suo novantesimo compleanno. Pirozzi è tra gli artisti che hanno maggiormente contribuito al rinnovamento della scena napoletana, recependo e rielaborando le tendenze internazionali attraverso un percorso straordinario di oltre sette decenni.

In occasione della mostra, sono presentate al pubblico sette opere donate dall’artista al Museo e Real Bosco di Capodimonte: le sculture Testa, 1956, Figura, 1959; Danza spezzata, 1960; le formelle in terracotta del 2010-2011, Io so e Taglio verticale. Entrano in collezione anche La fisicità che si scioglie nell’amplesso con l’anima e Due corpi riflessi nell’onda infranta: un ‘dittico’ di sculture monumentali realizzate in gesso nel 1988 e ora donate a Capodimonte nella versione inedita in bronzo. Il dittico rimarrà in maniera permanente nell’area verde adiacente al Cellaio, inserendosi nel paesaggio punteggiato da altre installazioni contemporanee, tra le quali Massi erratici (2021) di Marisa Albanese e Ricerca sul Paesaggio (1972-72) di Salvatore Emblema. La fusione in bronzo è stata realizzata grazie al generoso contributo del collezionista e mecenate Gianfranco D’Amato, da sempre sostenitore del lavoro dello scultore e delle attività del Museo, che sottolinea: Supportare Capodimonte nella realizzazione di questa opera è stato un modo per onorare la mia stima per il Maestro Pirozzi e rinnovare quel rapporto di dono reciproco che caratterizza le amicizie intense, tanto più profonde perché unite nel segno della comune passione per l’arte.

Per ulteriori informazioni sugli orari di apertura e sulle modalità di visita, si invita a consultare il sito web del Museo e Real Bosco di Capodimonte